sabato 26 marzo 2011

Sardegna (Pabassinas o papassinas)



La Sardegna, terra dalle origini e dalle tradizioni secolari, è oggi una delle più preziose perle turistiche italiane. Anche se, il richiamo per i turisti è sicuramente rappresentato dal  mare con trasparenze tropicali e da spiagge paradisiache, non possiamo dimenticare che le bellezze paesaggistiche si affiancano alle suggestive tracce del passato, e in particolare con quella nuragica. Se non mi sbaglio sono circa 7000 i nuraghi sparsi per tutta l'isola: tra i più rappresentativi vi voglio ricordare Su Nuraxi Barumini, vicino a Cagliari, dichiarato dall'Unesco patrimonio Mondiale. Continuerei all'infinito a parlare della Sardegna, regione alla quale sono molto legata per i ricordi  e i bei momenti trascorsi in diverse località. Doveroso è l'accenno alla gastronomia, basata su ricette antiche che utilizzano prodotti locali, sia d'entroterra che di mare. Sono sicura che la difficoltà degli scambi con le altre regioni ha contribuito a mantenere invariate alcune tradizioni della cucina sarda. Tra un'infinità di ricette molto invitanti oggi ho voluto condividere con voi quella che gentilmente mi è stata fornita da Fabiana: le pabassinas o papassinas, specialità tipica che si prepara in occasione della commemorazione dei Defunti, il 2 novembre. Il nome deriva dall'ingrediente principale: la pabassa, che in dialetto sardo signifia "uva passa". Mi sono permessa di fare una piccola ricerca ed ho scoperto che la preparazione e gli  ingredienti variano a seconda delle zone: la versione del nuorese si chiama papassinus, ha la forma di un rombo ed è rivestita di glassa e di confettini di zucchero colorati (traggera); la versione cagliaritana, prende il nome di pabassinas, ha invece la forma di un cono ed è caratterizzata da un ingrediente: la sapa (mosto cotto, solitamente da uva Nuragus).

                                                          Ingredienti

                                                          gr.300 di farina
                                                          gr.150 di strutto (Fabiana ci consiglia di usare il burro anche se la
                                                                                     nonna non vuole)
                                                          gr.120 di zucchero
                                                          1 uovo
                                                          1 tuorlo
                                                          un pizzico di sale
                                                          una grattugiata di noce moscata
                                                          scorza di limone grattugiata
                                                          gr.90 di mandorle tostate e macinate grossolanamente
                                                          gr.90 di gherigli di noci macinate grossolanamente
                                                          gr.100 di uva sultanina ammollata                               


                                                          per decorare

                                                          gr.200 di zucchero a velo
                                                          1 albume
                                                          confettini di zucchero colorati (traggera)

Disporre a fontana la farina, unire lo strutto ammorbidito, lo zucchero, il sale, la scorza di limone grattugiata, la noce moscata, l'uovo intero e il tuorlo. Impastare velocemente ed infine aggiungere l'uva sultanina, le noci e le mandorle. Fare una palla e lasciarla riposare il frigo per circa un'ora. Tirare la pasta con il mattarello leggermente infarinato, ritagliare dei rombi dallo spessore di un centimetro o poco più. Sistemarli in una placca da forno leggermente imburrata e cuocerli a 160° per un quarto d'ora. Nel frattempo preparare la glassa, con l'albume leggermente sbattuto e lo zucchero a velo, che andrà spennellata sopra i dolcetti (pabassinas) appena raffreddati. Infine fare asciugare in forno per 5 minuti e decorarli con i confettini colorati. Sono ottimi sia tiepidi che freddi. Buon appetito! 

                     

Per questa ricetta ringrazio Fabiana, cara amica conosciuta nel corso di taglio e cucito, originaria della provincia di Carbonia, che mi ha dato prova della sua grande disponibilità. Penso che, con questo esempio, possiamo concludere il nostro giro per le regioni che abbiamo effettuato per festeggaire l'unità d'Italia.

2 commenti:

  1. In Sardegna ci sono stata l'estate scorsa. Questi non li ho provati ma abbiamo molto apprezzato le formagelle. Le conosci? Vorrei provare a farle ma senza pecorino perchè non riuscirei a trovare lo stesso tipo (me l'ha spiegato la pasticcera di Santa Teresa di Gallura dopo una settimana che entravo e uscivo dal suo negozio con il mio bel fagottino pieno di formagelle). Appena posso le faccio con la ricotta...ti faccio sapere!
    Buona serata
    Marcella

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  2. nn voglio far il pignolo ma Carbonia nn fa provincia,Caronia é provincia Cagliari!!! Grazie pr la ricetta Tiziano!!!

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