Come dice un nostro vecchio proverbio "Febrarucc' curtucc' curtucc' si s'imponta è pèg' de tutt", tradotto Febbraio nonostante sia il mese più corto se si arrabbia è il peggiore in riferimento al tempo. In effetti questoultimo fine settimana è stato abbastanza ventoso e freddo ma i fanesi non li ferma nessuno quando si tratta di veglioni carnevaleschi
E così sabato sera in ogni quartiere della città si è potuto cenare e ballare vestiti in maschera. Tra le tante iniziative io ho aderito a quella organizzata dall'associazione culturale ricreativa "Quei dlà dal fium", che è riuscita anche in questa occasione a realizzare una bellissima festa basandosi sui principi dell'amicizia e della semplicità. Difficile è descrivere le maschere ma ho notato che non c'erano né cowboy né indiani poche maschere individuali ma molti gruppi: i diavoli e le diavolesse, i mitici anni 70, il gruppo di Grease,i pirati venuti dal mare dei Sargassi e l'intera famiglia dei Flinstones.
Particolarità di questa serata è stato anche il vasto assortimento di dolci tipici di questo periodo: castagnole fritte, al forno, lessate, ripiene e soprattutto molte ma molte cresciole. Sicuramente qualcuno di voi si chiederà che cosa sono. E' molto semplice! Sono dei rettangoli irregolari di sfoglia tirata finemente e poi fritta nell'olio o nello strutto. Gli ingredienti sono pochi ed economici e per secoli le cresciole sono state il simbolo carnevalesco anche nelle famiglie meno agiate.
Ingredienti
gr. 500 di farina
4 uova
mezzo bicchiere di anice
mezzo bicchiere di vino
un pizzico di sale
zucchero
olio per friggere
Impastare la farina, le uova, l'anice, il vino e il sale fino ad ottenere una consistenza simile alle tagliatelle. Stendere la pasta con il mattarello cercando di ottenere una sfoglia sottile che sarà poi tagliata in forme irregolari. Nel frattempo scaldare l'olio nel quale verranno fritte le sfoglie ottenute. Scolare e cospargere di zucchero semolato. Risultano croccanti e si possono mangiare sia calde che fredde. Buon appetito!
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