Ed eccoci giunti alla conclusione di tutte le festività natalizie. Non ci rimane che togliere tutti gli addobbi, disfare l'albero di Natale con le palline colorate e riporre in una grande scatola i vari personaggi del presepe. Un vero lavoraccio ma diciamo che anche questo fa parte del Natale ... consideriamolo un momento per ricordare la magia dell'evento e le giornate trascorse in tranquillità con i nostri amici e parenti.
Oh, finalmente ho finito! Anche l'ultimo angioletto è stato incartato e ci si rivede il prossimo Natale.
Rimane solo un mucchietto di muschio ormai quasi secco e direi irriconoscibile ... qui inizia la storia.
E si! Io mi considero, anzi dire sono ormai della vecchia generazione: mi piace fare il presepio come la tradizione comanda. Quindi le vecchie case sono di cartone con il tetto di sughero, il pozzo realizzato con un trancio di osso buco ed ogni pezzo del presepe ha una funzione e una propria storia. L'unica caratteristica in comune è che iniziano ad essere dei pezzi di antiquariato, senza alcun valore commerciale ma solo affettivo; risalgono a circa 50 anni fa e mi hanno seguito per tutti questi anni. Solo il muschio viene rinnovato tutti gli anni ed è ormai una tradizione famigliare dedicare un'uscita domenicale prenatalizia per la raccolta di quello che sarà la base verde e morbida del presepe.
Vi confesso che ormai si tratta solo di un pretesto.
In realtà è sempre molto piacevole fare una bella passeggiata nei boschi dell'entroterra marchigiano per poi fermarsi a mangiare qualcosa di tipico in una piccola trattoria o in un semplice chioschetto. Se poi ci si dirige verso Urbania, cittadina famosa anche per l'arrivo della Befana, è doveroso assaggiare il famoso crostolo d'Urbania: una sorta di piadina, con la caratteristica di avere le uova tra gli ingredienti e di essere cotta sulla graticola sopra la brace.
Da una piccola ricerca risulta che il crostolo abbia origini molto antiche tanto che le prime notizie risalgono a circa 3000 anni; nasce nell'Alto Val Metauro ed originariamente era una specie di pane schiacciato e molto duro, tipo una crosta da cui deriva il nome. Nel corso degli anni questo cibo, altamente energetico e facilmente trasportabile, ha incontrato il consento della tradizione contadina e si è ulteriormente arricchito d'ingredienti con uova e strutto.
In questi ultimi anni in Urbania, nel mese di settembre,si svolge la sagra del crostolo, definito il re delle tavole durantine ed aspirante al marchio DOP. Generalmente viene accompagnato da verdura cotta, salumi e formaggi della zona e si può gustare con tanti altri prodotti in base al gusto del consumatore.
C R O S T O L O D ' U R B A N I A
Per circa 7 crostoli
gr. 500 di farina 0
2 uova
1 cucchiaio di olio extravergine
gr. 50 di strutto
latte
sale
Per una quantità minima d'ingredienti utilizziamo una ciotola per impastare gli ingredienti, altrimenti in caso di una abbondante quantità consiglio l'utilizzo di una spianatoia.
Versiamo la farina, le uova, l'olio, un cucchiaio di strutto, il sale e il latte, quando basta per ottenere un composto morbido.
Impastiamo, possibilmente con le mani, cercando di amalgamare bene tutti gli ingredienti
Lasciamo riposare la pasta per 10 minuti poi frazioniamola in 6/7 porzioni. Sinceramente preferisco fare delle piccole parti perché, poi, una volta stese sono più facili da gestire. I veri crostoli solo leggermente più grandi ... fatti da mani più esperte!!!
Ora da ogni porzione otteniamo, con l'aiuto del matterello, una piccola sfoglia
spalmiamo con lo strutto di maiale
ed iniziamo ad arrotolare da entrambi i lati opposti fino a metà della sfoglia
Allunghiamo leggermente il nostro "bigolo" e giriamolo cercando di formare una chiocciola
Stendiamo nuovamente la sfoglia con uno spesso di mezzo centimetro.
I nostri crostoli sono pronti per essere cotti
rigorosamente sulla graticola e sopra la brace. Solo così si può assaporare il vero sapore di questo prodotto tipico della regione Marche.
Cuocere il crostolo da entrambi le parti facendo attenzione a non bruciarlo. Ci vuole un po' di pazienza ma ne vale veramente la pena. Non ci rimane che assaggiarlo e come succede solitamente il primo va letteralmente a ruba!!! Buon appetito!
Mi raccomando ognuno scelta la farcitura in base ai propri gusti ...
Con questa ricetta partecipo al contest ideato dal blog "La cultura del frumento" del Molino Chiavazza